Niente è perduto, niente è compromesso, niente è ancora deciso. Sei gare al termine della stagione, due punti da recuperare sulla sestultima posizione per poter sperare in un play-out da giocarsi lontano dalle mura amiche. La salvezza è una chimera difficile da afferrare, ma non è mai stato nel dna della squadra mollare senza combattere fino all’ultimo respiro.
Gli angresi sono conosciuti per avere una grinta invidiabile, una determinazione che non conosce ostacoli. Nonostante le difficoltà di un’annata difficile, il gruppo non smette mai di lottare. Orgoglio, passione, e un legame profondo con la maglia e la comunità, che soffre e gioisce insieme a loro. È sempre stato così: poche soddisfazioni, ma una passione che brucia forte, anche quando le delusioni si susseguono. I sogni di grandezza sembrano sempre svanire, rinchiusi nei cassetti della speranza, ma quel che è certo è che la voglia di lottare non viene mai meno. Una maledizione che per quasi un secolo ha accompagnato questo club, ma che ora potrebbe finalmente trasformarsi in un’occasione di riscatto.
Questo finale di campionato non è che un mini torneo: sei gare decisive per lottare con tutte le forze, per conquistare la possibilità di giocarsi la salvezza tramite i play-out. Ogni match sarà una battaglia, e gran parte degli avversari sono tra quelli che lottano per la parte alta della classifica. Non ci sono scuse: bisogna dare tutto, gara dopo gara, con la consapevolezza che ogni passo falso potrebbe significare l’addio a qualsiasi speranza.
La prima sfida arriva subito con il Martina, la terza forza del girone, un’avversaria che non lascia scampo. Ma non è il momento di guardare al passato, non è il momento di concentrarsi su ciò che potrebbe sembrare impossibile. La partita arriva dopo una settimana turbolenta, fatta di esoneri e dimissioni, di tensioni che hanno segnato l’ambiente. Ma Vincenzo Criscuolo, subentrato al timone, ha lavorato incessantemente per isolare il gruppo dalle interferenze esterne. Ha cercato di focalizzare i ragazzi sull’unica cosa che conta: il campo. Lavoro, applicazione, spirito di sacrificio. Questi sono gli ingredienti necessari per affrontare un percorso che, seppur arduo, non è mai irraggiungibile.
Il gruppo ha bisogno di dimostrare di essere all’altezza della sua gente. Una città che soffre in silenzio, che spera e attende, che guarda con il fiato sospeso ogni passo della squadra. La delusione di un anno da cancellare è ancora viva, ma la voglia di riscatto è ciò che può alimentare la speranza. Non si può più rimandare: si deve credere, si deve provare, fino all’ultimo secondo, a mettere in campo tutto ciò che serve per far sventolare la bandiera della salvezza.
Sei gare, sei battaglie. Ogni punto conquistato sarà un passo verso il sogno, ogni errore un rimpianto da cui imparare. La stagione sta giungendo al termine, ma la determinazione di questi ragazzi è appena iniziata. Nulla è deciso. Nulla è perduto.